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Enna, processione dei Misteri
 

 

 

La prima immagine che si ricorda della processione di Enna è un susseguirsi ininterrotto di confratelli incappucciati, con costumi di origine chiaramente spagnoleggiante, che sfilano per le vie della città disposti sui due lati della strada mentre in lontananza si odono le note di una marcia funebre.

La presenza delle Confraternite ha segnato in maniera evidente la vita sociale e religiosa di Enna nel corso della sua storia fin da quando sono nate le prime di esse nei secoli XVI XVII, sotto la dominazione spagnola, come associazioni corporative di arti e mestieri; vantando anche ampi poteri come partecipanti all'amministrazione dei beni pubblici con compiti e privilegi specifici. Il potere delle Confraternite durò, fra alterne vicende perfettamente narrate nel libro di Nino Realuto Storia della Settimana santa e delle confraternite di Enna fino all'unità d'Italia, periodo in cui persero tutti i privilegi concessigli.

Nella settimana santa di Enna, e in special modo nella processione del venerdì santo è possibile ancora vedere l'importanza che nei secoli scorsi avevano queste associazioni nel vissuto della città. Gli abiti, il numero dei partecipanti e i paramenti riflettono il ricordo di antiche vestigia.

La processione del venerdì santo inizia nel pomeriggio con due processioni che portano al ricongiungimento delle statue dell'Addolorata e dell'urna del Cristo Morto le quali vengono poi portate in processione per il paese fino a notte.

Il vedere questi uomini incappucciati camminare al buio delle vie medioevali, illuminati solo dalle torce e da qualche lampione evoca visioni antiche fra i turisti e sensazioni intense tra i fedeli che attendono il passaggio della statua della Madonna accompagnata dalle nenie funebri suonate dalla banda.

"…E da lontano si ode la banda musicale che riversa nell'aria quelle note musicali che sanno di mestizia: allora la gente si rattrista di più, diventa quasi assente con la mente, e il pensiero corre ai lutti familiari. Ormai scende la sera ammantando la processione con il suo velo oscuro, e gli incappucciati, con la visiera bianca, sembrano uscire da un mondo soprannaturale e la loro successione ci lascia un immagine ricorrente nella memoria. Solo il nero degli occhi, che sbucano da due fori, ci fanno capire che sotto i cappucci ci sono esseri viventi, i quali lasciano trapelare il loro misticismo autenticamente popolare…"

(Rino Realmuto, Storie della settimana Santa e delle Confraternite di Enna, 1975)

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