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I Misteri di Erice testo introduttivo

 

bibliografia

Concilio di Trento Sessione XXV

3 dicembre 1563
emanato riguardo alle processioni religi
ose

 

 

 

…I vescovi insegnino diligentemente che, attraverso le storie dei misteri della nostra redenzione, espresse in pitture o altre cose simili, il popolo è erudito e confermato nella commemorazione degli articoli di fede e nella loro assidua meditazione.

Inoltre certamente da tutte le sacre immagini si raccoglie una grande frutto, non solo perché si richiamano alla mente del popolo i benefici e i doni, che gli derivano dal Cristo, ma anche perché i miracoli di Dio attraverso i santi ed esempi salutari sono posti innanzi agli occhi dei fedeli affinché rendano grazie a Dio per essi, e ordinino la vita e i propri costumi ad imitazione dei santi, e siano mossi ad adorare e amare Dio e a coltivare la pietà.......

Se in queste sante osservazioni si insinuassero alcuni abusi, il santo sinodo desidera fortemente che siano del tutto aboliti, così che non siano fondate verune immagini del falso dogma e che offrano agli incolti l'occasione di un pericoloso errore.

Perché se talvolta accade che le storie e le narrazioni della sacra scrittura, qualora ciò sia utile alla plebe incolta, vengano espresse e raffigurate, il popolo venga informato che non per tale ragione si raffigura la divinità, come se possa essere vista con gli occhi del corpo o essere espressa con colori o figure. Inoltre venga rimossa ogni superstizione nell'invocazione dei santi, nella venerazione delle reliquie e nel sacro uso delle immagini, sia eliminato ogni turpe guadagno, sia infine evitata ogni lascivia, così che le immagini non siano dipinte né ornate con bellezza procace e gli uomini nella celebrazione dei santi e nella visita delle reliquie non abusino in gozzoviglie e ubriachezze, come se i giorni festivi in onore dei santi siano solennizzati attraverso il lusso e la lascivia.

Da ultimo si rivolga una diligenza e una cura tanto grandi a queste cose da parte dei vescovi, affinché niente di disordinato o confuso e accomodato con tumulto, niente di profano e niente di disonesto appaia, poiché alla casa di Dio si addice la santità.