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I Battenti di Guardia Sanframondi testo introduttivo

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La più nota racconta:

 

 

 

" Al tempo di Carlo Magno venne costruita una strada che attraversava tutta la Valle Telesina su cui vigeva una legge secondo la quale gli animali che la percorrevano non dovevano in alcun modo sporcarla.
   ... ed avvenne che, mentre un garzone conduceva al pascolo due maiali, questi insudiciarono la via... e fu obbligo del garzone costringere gli animali stessi a scavare una buca per potervi nascondere il "corpo del reato". (Altri parlano di buoi che aravano).
  ... e fu nel prosieguo dello scavo che si udirono suoni di campanelli e si rinvenne la statua della Madonna.
  La notizia da Limata, località dove era avvenuto il ritrovamento, giunse a Guardia.         Venutone a conoscenza, un vecchio cieco del Rione Croce pregò insistentemente i compaesani che lo accompagnassero sul luogo. Appena giunto - intanto vani erano stati i tentativi dei contadini accorsi di estrarre la statua - miracolato, riacquistò la vista esclamando: " ma non vedete che il Bambino ha in mano... "una spugna"? bisogna fare penitenza e battersi a sangue!"
  Egli stesso ritornato in paese, subito si adoperò per preparare quegli strumenti di penitenza e poi, con altri compaesani, ritornò a Limata dove tutti insieme cominciarono a "battersi a sangue". Solo allora la statua si rese leggera e poté essere rimossa.
  Quando però il corteo processionale giunse a un bivio e stava avviandosi per la strada che conduceva a san Lorenzo Maggiore, la Madonna si rese di nuovo pesante ed inamovibile e ogni tentativo di proseguire su quella strada fu vano. Allora il corteo, pensando ad una volontà divina prese la strada per Guardia con la statua ridiventata leggera come prima."

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