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I Merdules
Testo di Marco Marcotulli

 

 

 

"Buoi sporchi" oppure "uomini sporcaccioni", il significato della parola Merdules è ambiguo. Questa di Ottana (NU), fra tutti i Carnevali barbaricini, è forse la maschera rimasta più simile alle sue lontanissime origini.
Due uomini con delle maschere taurine in legno sono legati da funi, aggiogati, un altro uomo dietro di loro li guida: il Merdule. Anche lui indossa una maschera fatta con legno di pero selvatico, ma la sua rappresenta, in maniera grottesca, le sembianze umane. L'uomo con il naso lungo ed adunco, quello con la bocca deforme, quello con i denti storti ecc. Vestono con pelli simili a quelle dei Mamuthones ma di colore chiaro, portano dei sonagli e la loro andatura è grottesca, camminano con fatica, curvi sotto il peso di mali ed affanni, faticando per farsi obbedire dai due "boes" che sembrano voler fuggire ad ogni istante.
  Anche i boes vestono con pelli bianche a pelo lungo, la loro maschera è invece, come già detto, taurina. Rare maschere porcine apparivano a volte in passato ma oramai se ne è perso il ricordo.
Le maschere di legno sono piccole opere d'arte: espressive e grottesche quelle dei Merdules, imponenti  quelle dei boes, dalle lunghe corna che fanno sembrare altissimi questi uomini. Abbellite a volte con una o due piccole stelle sulla fronte come protezione dal malocchio. L'uscita dei Merdules non è codificata ed il loro numero non è fisso, abitualmente escono in gruppo, ma solo per divertirsi insieme.

Il Merdule infatti ha bisogno della partecipazione popolare per esprimere al meglio la sua pantomima. E' impressionante vedere il boes sbuffare, scalciare, tentare di caricare il pubblico mentre il Merdule cerca di controllarli con le corde ed il pungolo. I muggiti salgono, gli animali cercano di fuggire ma vengono trattenuti a stento, sfregano il piede a terra ed abbassano il capo, la gente si scosta mentre le lunghe corna vengono agitate nervosamente. Tirano e trascinano, riprovano a caricare, si calmano solo alla vista di un amico che esce dal bar con il vino per tutti ed allora, per qualche minuto, boes e Merdules si levano le maschere, si riposano e scherzano.
Solo ora alcuni bambini si avvicinano e provano a toccare le lunghe corna di legno.

Una breve sosta e nuovamente si risente per il paese il suono dei campanacci ed il muggito degli animali. Al gruppo si è ora aggiunto un altro personaggio. Sembra una vecchia che, curva sotto il peso degli anni, cammina goffamente, con andatura incerta. Si tratta della "Fillonzana", la filatrice vedova. Agita continuamente il filo di lana scendente dal fuso che porta in mano, pronta a tagliarlo con le forbici in segno di malaugurio.
  Non si sa da quando è stato inserito questo personaggio dal carattere chiaramente esorcizzante, tutti i rarissimi scritti sull'argomento lo danno presente ma è probabilmente una figura molto più giovane dei Merdules e certamente abbastanza usuale nelle rappresentazioni popolari.

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