Testo della prof.ssa Carla Di Leo
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Nella prima Domenica dopo Pasqua
si svolge a Pagani (SA) la processione della "Madonna delle galline".
Parallelamente alla processione un gran numero di persone si riunisce nel paese per
danzare e suonare fino a notte inoltrata.
La tradizione della Madonna delle
galline nell'ottava di Pasqua a Pagani (SA)
L'antica civiltà di questa terra trae
origine dalla sua straordinaria fertilità che la fece considerare preziosa per la
conquista da popoli ricchi di cultura. Le testimonianze di questo patrimonio appaiono in
tradizioni caratteristiche nelle diverse tappe sacre dell'anno e traspaiono nel periodo
pasquale in due manifestazioni: il Venerdì Santo nella processione del Gesù Morto e
nella giornata dedicata alla Madonna delle galline che rievoca l'antica venerazione della
dea Demetra, divinità protettrice della natura e delle messi.
Una radice profonda, una religiosità arcaica legata all'humus e alla madre Terra risale
il tempo e si manifesta nell'ottava di Pasqua in un tripudio festoso ritmato dallo
scoppiare dei mortaretti e da danze mosse dal suono caratteristico delle tammorre, tamburi
a mano, che sono un inno alla vita e alla fertilità che il rituale sacro della
processione, coll'affermazione della vittoria sulla morte, ha rinvigorito e reso
effervescente.
Il corpo, elemento caratteristico e
privilegiato nelle tradizioni millenarie della cultura dell'Agro, sede di sacralità e di
religiosità, si affianca nel periodo pasquale dell'angustia della paura dell'annullamento
perché, essendosi compiuto il progetto divino dell'annunciazione, dell'incarnazione,
della redenzione e resurrezione, esso ha maturato il suo senso in funzione delle felicità
temporale e perenne: ed esplode così in espressioni artistiche ritmiche e musicali che
legano in maniera originale e spettacolare i temi della vita, della morte, della
fertilità e della fecondità. La manifestazione è ricca di segni sessuali, segni di vita
e di trasmissione di vita, densi di gioiosa sacralità, tale complessa originalità prende
il nome di "Tammurriata".
Secondo uno studio di Roberto De Simone, la
processione della Madonna delle galline con le sue peculiari manifestazioni rientra nel
mito e nel culto delle "Sette Madonne - sorelle" che si manifesta nell'arco
annuale delle feste campane ed è proprio caratterizzato dai temi della madre, del sesso e
della morte. La
designazione della processione di Pagani trae origine sia dal ritrovamento dell'effigie di
Maria S.S. del Carmine nell'ottava di Pasqua da parte di alcune galline che, scostando la
terra, fecero emergere una tavoletta dipinta, forse nascosta nel periodo iconoclasta
intorno ai secoli ottavo e nono, che assunse una particolare forma di devozione dal 1609
in seguito alla guarigione di uno storpio e sia dalla consuetudine di offrire questi
volatili come tributo antichissimo da parte dei Paganesi in occasione della festa di Maria
Santissima, anzi tale gesto, già praticato si narra dal settimo secolo, è talmente
legato nella mentalità locale come forma simbolica di omaggio e talmente consona alla
vita economica dell'Agro che nei racconti sulle leggende dei miracoli si afferma che la
gallina più bella del pollaio si sente chiamata e si dirige spontaneamente in Chiesa in
occasione della festa della Madonna per onorarLa.
La scelta della data è certamente da
collegarsi alle vicende descritte e si ritiene che il miracolo operato sullo storpio
confermi e consenta l'esplosione di una religiosità popolare vissuta nel quotidiano nei
confronti della Madre del Redentore come attestano le edicole religiose nei cortili; il
Paganese segue con un fervore profondo e trepidante, veramente filiale, il ciclo terreno
della vicenda di Maria con la pratica dell'amorosa e antica attività artigianale legata
al presepe, un vero scrigno di perizie rifinite di arti e mestieri che inizia proprio con
la rappresentazione dell'Annunciazione, egli partecipa sollecito alla novena sacra
natalizia "Purissima Signora", il cui testo è stato raccolto dalla prof.ssa
Levita, che dal 9 al 16 dicembre riunisce il popolo richiamato dal suono della banda
musicale, all'alba, nella Chiesa del Corpo di Cristo per aiutare col canto Maria a
partorire al più presto. La stessa gente, poi, correrà a consolare nella toccante
processione altomedioevale del "planctus" del Venerdì Santo la Madonna
straziata dalla perdita del Figlio e da quella morte ed infine accorrerà esultante per
festeggiare la redenzione della natura umana nell'ottava di Pasqua e rendere gloria a
Maria umile Fanciulla divenuta Madre Celeste e Regina Incoronata, dispensatrice di grazie
e di vita: ormai per Pagani tutta è la propria "Mamma delle galline".
Carla Di Leo |