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Il pellegrinaggio di Vallepietra
Testo di Marco Marcotulli

 

 

 

 

Diego Carpitella - Urbe e agro - La festa - Electa

 

Intervento di don Domenico Pompili - Parroco di Vallepietra

Il pellegrinaggio al santuario della Santissima Trinità di Vallepietra (Roma ) ha inizio tra il sabato e la domenica dopo la Pentecoste. Migliaia di fedeli salgono sul monte Autore a piedi, di notte, alla luce della luna, divisi in gruppi sul piccolo sentiero. I canti delle compagnie si odono nel buio mentre ci si avvicina alle luci del santuario, fra la gente che - dopo aver fatto la lunga fila per visitare la Santissima Trinità -  bivacca, dorme, mangia o prega aspettando l'alba.

Nella visita sono ancora presenti antiche pratiche come il toccare l'architrave della porta di entrata e di uscita o come il  camminare all'indietro nell'uscire dal santuario e nel primo tratto di sentiero al momento di andare via oppure il raccogliere  acqua considerata benedetta . Altri rituali come il "gettare la pietra" sembrano negli ultimi anni  in disuso anche se ancora osservati principalmente dalle persone più anziane.
La notte scorre in questo modo fino alle prime luci dell'alba quando ha inizio il "Pianto delle Zitelle".

L'inizio del pellegrinaggio si fa risalire al X XII secolo anche se alcune teorie, suffragate da ritrovamenti archeologici, ipotizzano un collegamento fra il pellegrinaggio della Santissima Trinità e riti della fertilità collegati al culto della dea Cibele. Su questi punti i pareri sono discordi così come non c'è accordo sulla spiegazione della consuetudine, viva fino a circa settanta/ottanta anni fa, di trascinare tronchi d'albero fino al santuario. Per alcuni studiosi questa è una reminiscenza di pagani riti della fertilità mentre secondo altri non ci si può riferire alla dendroforia inserita nel culto romano di Cibele ("la dendroforia è un antico gesto rituale di staccare i rami dagli alberi" A. Brelich, Un culto preistorico vivente nell'Italia centrale, L'Aquila 1953) e appare invece come un atto penitenziale di origine più recente. Ancora più recente, si parla dei primi dell'800, è l'abbinamento di questa processione al culto si S.Anna dovuto, secondo il prof. Di Nola, allo zelo devoto di un parroco locale.

L'immagine venerata dai fedeli rappresenta tre figure uguali, tre Cristi, una Trinità che secondo l'iconografia cattolica è da condiderarsi extraliturgica.

All'alba, dopo il "Pianto delle zitelle", le compagnie che hanno trascorso la notte all'addiaccio si incamminano per il ritorno, cantando fin quando sono nei pressi del santuario, confondendosi con i nuovi arrivati - fedeli e turisti- che vi giungono. Le visite continueranno intense per tutto il giorno ma da questo momento  le caratteristiche del pellegrinaggio vanno scemando, diluite nella folla presente.