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I Battenti di Verbicaro
 
Testo di Marco Marcotulli

 

 

 

La notte del Giovedì Santo a Verbicaro (CS) le strade sono animate, la gente del paese ed i pochi turisti che scelgono di passare la notte in bianco camminano nella piazza stingendosi nei loro cappotti. Guardano alternativamente l’orologio al polso e le strade intorno, aspettano di veder comparire i battenti.
Non c’è sicurezza sul loro numero ne precisione sull’ora. Al turista che cerca sicurezze e orari viene detto che si, probabilmente si batteranno, probabilmente verso l’una o le due di notte.

Mentre la piccola folla attende in piazza un altro gruppo di gente si è riunito in una strada secondaria, fuori da una cantina in cui un gruppo di uomini sta mangiando bevendo e scherzando. E’ il posto del "primo sangue", dove i battenti cominciano a battersi. Quando arriviamo sono già usciti per andare a prepararsi, il banchetto continua fino ad un segnale che avverte che stanno tornando. Si smontano le tavole, si spostano  cibo e vino e, schiacciati alle pareti, si fa spazio ai battenti.
L'atmosfera è cambiata. La riunione conviviale si trasforma in un rito. Silenzio, caldo per la gente stipata fino ai limiti della capienza in quella piccola cantina.

I battenti cominciano a schiaffeggiarsi sulle gambe. Le arrossano per far affluire il sangue, poi cominciano a colpirsi con il "cardillo". Il sangue comincia ad uscire, si avvicina un uomo vestito normalmente (lo riconosco per il sindaco del paese), si porta una bottiglia alle labbra e soffia il vino sulle ferite, dopo di lui altri uomini  fanno lo stesso con gli altri battenti.

Quando tutti  hanno le gambe coperte di sangue si fanno spazio, escono dalla cantina ed iniziano a correre con le mani incrociate sul petto, forse inconsapevoli di star riproponendo una ritualità la cui prima documentazione, relativa a Verbicaro,   risale al 1473. Faranno tre giri per il paese fermandosi davanti alle chiese (non possono entrare), alle edicole sacre, davanti a case di amici o parenti. Escono in gruppo ma la loro non è una processione, ognuno ha il suo passo ed anche le strade possono divergere fermo restando i punti fissi delle chiese.
La gente del paese ed i rari turisti aspettano i battenti in prossimità delle chiese o della fontana in cui da sempre vanno a lavarsi dopo aver compiuto il loro percorso.

Alcuni anni fa questo rito era sul punto dell’estinzione, pochi battenti, poca motivazione, grande ostracismo da parte della chiesa locale che li considerava, a quanto mi è stato detto, un problema di ordine pubblico. Ora le cose sono cambiate e nel 1997, anno a cui si riferiscono le foto, il sentimento che mi è parso aleggiasse intorno a questi uomini era di grande rispetto.

Circa due ore dopo la conclusione dei tre giri dei battenti il paese torna di nuovo ad animarsi, sono  le quattro di mattina quando prende il via una processione solenne con statue e quadri viventi. Alla processione partecipa praticamente  il paese intero. La mattina successiva  il tutto si conclude di nuovo davanti alla chiesa principale dove, prima di far rientrare la statua, dei bambini vestiti da angeli si esibiscono in dei canti che ripercorrono la vita e la passione di Cristo.

Si ringraziano il Comune di Verbicaro e il dott. Felice Spingola per la collaborazione

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